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L'editto di Rotari


Manoscritto dell'Editto di Rotari

Introduzione e obiettivo didattico

Rotari (Brescia, 606 – 652) è stato re dei Longobardi e re d'Italia dal 636 al 652. Ascese al trono nel 636 alla morte di Arioaldo, del quale sposò la vedova Gundeperga, cattolica e portatrice del carisma dell'antica dinastia dei Letingi ereditato dalla madre Teodolinda. La memoria di Rotari è legata soprattutto al celebre Editto, promulgato alla mezzanotte tra il 22 novembre ed il 23 novembre 643, con il quale codificò il diritto longobardo rimasto fino ad allora legato alla trasmissione orale. L'Editto apportò significative innovazioni, come la sostituzione dell'antica faida (vendetta privata) con il guidrigildo (risarcimento in denaro), e limitò fortemente il ricorso alla pena capitale.

Modalità di gioco

La modalità di gioco è quella del gioco di ruolo e di narrazione. In generale, il docente presenta la situazione di gioco e tutti i personaggi, ove non indicato diversamente. Gli studenti muoveranno uno o più personaggi, a gruppi o singolarmente, secondo quanto specificato nelle scene. Nel caso in cui gli studenti desiderino ottenere un obiettivo e il docente o gli altri gruppi non siano d’accordo, le parti lanciano un dado da 6 a testa.

  • Chi ottiene il risultato più alto vince il conflitto. Se si ottiene la parità vincono i ragazzi.
  • Se i ragazzi perdono il lancio ma vogliono comunque vincere il conflitto avranno una penalità di -1 ai lanci successivi sino ad un massimo di -3. Quando raggiungono il -3 devono necessariamente perdere un lancio successivo per poter riavviare il contatore.
  • L’estetica e la coerenza della storia sono determinate dal docente, di autorità.

Scena I - Fuga dall'abbazia

In questa prima scena i ragazzi giocheranno due monaci che cercheranno di fuggire, di notte, dall’Abbazia di Bobbio. Alcuni duchi, nemici del re Rotari, infatti, vogliono impedire la pubblicazione dell’editto e vogliono rovesciare il potere di Rotari. Il loro obiettivo è rubare e distruggere l’editto e poi uccidere il re, servendosi di alcuni sicari. Gli abati, fedeli al Re, cercheranno di consegnare l’Editto a Pavia, dove altri alleati del re sapranno custodirlo sino al suo arrivo. L’avventura inizia nel momento in cui, di notte, alcuni monaci segnalano l’ingresso dei sicari nell’abbazia. A quel punto due giovani monaci, incaaricati dall’Abate, ricevono l’unica copia esistente dell’Editto e fuggono cercando di far perdere le loro tracce, prima all’interno dell’Abbazia e poi all’esterno.

  • Obiettivo didattico primario: L’Editto di Rotari. Sistema giuridico longobardo e romano.
  • Obiettivo didattico secondario: Le Abbazie e la scrittura dei codici.

Scena II - Liutprando a Ravenna

Nella seconda scena la classe interpreterà invece Liutprando, un successore di Rotari, nel tentativo di diventare rex totius italie, ovvero di diventare re d’Italia costringendo alla resa l’Esarcato di Ravenna (ultima resistenza dell’Impero Romano in occidente) e scacciare i saraceni dalle isole e dal meridione. Liutprando, seguendo il suo sogno e quello dei re longobardi suoi predecessori, dovrà completare la sua campagna di conquista in Italia che prevede il saccheggio dell’Esarcato bizantino e la trattativa con il papa Zaccaria per la restituzione dei territori della Chiesa. L’avventura comincia quando il re longobardo, succeduto a suo padre Ansprando nel 712, si sveglia da un sogno in cui un angelo gli rivela di essere oggetto di una speciale scelta divina e di essere predestinato al dominio sull’Italia.

  • Obiettivo didattico primario: Scontro fra politica e religione.
  • Obiettivo didattico secondario: Divisione fra potere temporale e spirituale in epoca medievale.

Riferimenti e bibliografia

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